Il presidente Mattarella ha firmato la legge che regolamenta le gare delle concessioni balneari, attiva dal 14 novembre; ma è ancora incerta la proroga al 2027.
Il presidente Sergio Mattarella ha firmato la legge n. 166/2024, di conversione del decreto legge Infrazioni (dl 131/2024), che regolamenta le gare delle concessioni balneari. Approvata in via definitiva lo scorso 6 novembre dal Senato, la legge è in vigore dal 14 novembre, il provvedimento dà tempo ai Comuni fino al 30 giugno 2027 per concludere le gare delle concessioni balneari. Il Ministero delle infrastrutture dovrà approvare entro il 30 marzo 2025 un decreto attuativo per definire il calcolo degli indennizzi ai gestori uscenti, che saranno a carico dei nuovi concessionari.
Ad ottobre un gruppo di giuristi aveva rivolto un appello al Presidente della Repubblica, chiedendo di non promulgare il decreto Infrazioni. I giuristi hanno sottolineato che la possibilità di proroga fino al 2027, se usufruita dai Comuni, rappresenterebbe un rinnovo automatico delle concessioni e essendo quindi in contrasto con il diritto europeo. Il Presidente Mattarella ha ritenuto l’argomentazione insufficiente per rinviare il decreto al parlamento.
Ci sono due differenze tra i provvedimenti. La proroga di un anno approvata nel 2023 era un rinnovo automatico e generalizzato a livello nazionale, mentre quella all’interno del decreto Infrazioni è una liberà facoltà dei Comuni. In alternativa, gli enti locali possono anche pubblicare subito i bandi, come hanno già fatto alcuni Comuni costieri.
Gran parte delle amministrazioni con molta probabilità attenderà l’emanazione del decreto attuativo sugli indennizzi ai gestori uscenti, che disciplinerà un parte molto importante delle gare. I Comuni non potranno decidere autonomamente le regole sugli indennizzi e non potranno nemmeno indire i bandi senza prevederli, per non finire in contenziosi da parte degli attuali concessionari.
Nonostante, Bruxelles si fosse dimostrato contrario alle proroghe sulle concessioni balneari, bocciate anche dalla Corte di giustizia Ue, questo decreto è stato concordato con la stessa Commissione europea. Precedentemente l’Autorità garante della concorrenza aveva presentato diffide e ricorsi contro diversi Comuni che avevano recepito la proroga di un anno, ottenendo più volte ragione dai tribunali amministrativi.
Con questo rinvio, il decreto Infrazioni ha spostato la responsabilità sui Comuni, prospettando uno scenario che porterebbe ulteriori disagi in un settore già oggetto di un complicato avvicendarsi di pronunce amministrative.